Il Flamenco popolare o “POP” dopo il 1975
Non è un argomento chiaro quello riguardante il vero motivo che spinse i critici a coniare la dicitura “Flamenco Pop” durante il periodo principe di questa ormai nota cultura e danza popolare.
Indicando gli anni 70’, specialmente quelli dal 1975 in poi, si ottiene un quadro ben dettagliato di come il Flamenco in Spagna, passa dall’essere un’arte quasi rinnegata all’essere una cultura pop musicale ed artistica trascinante per tutta la popolazione.
Uno dei motivi che spinse probabilmente alla creazione di tale nome (flamenco pop), potrebbe essere legato al livello di notorietà che flamenco raggiunse durante questo periodo speciale: il nomignolo “pop” sta ad indicare infatti “popolare”.
Eventi ed esibizioni di artisti appena scoperti divenuti famosi nel giro di pochissimo tempo, adornano le innumerevoli serate dei teatri spagnoli che propongono spettacoli di flamenco.
Tale è l’affluenza del pubblico che una buona parte degli spettatori di alcuni spettacoli famosi, debbono addirittura rinunciare o sistemarsi alla meglio tra gli spazi, per assistere ai concerti.
Degno di nota è sicuramente lo spettacolo live che vide Paco de Lucìa e Ramon de Algeciras offrire il 18 febbraio del 1975 presso il Teatro Real di Madrid; evento che fece letteralmente esplodere il nome e la popolarità del chitarrista spagnolo di Algeciras, ma soprattutto di Paco de Lucia.
Grazie alla registrazione live del concerto, è stato poi pubblicato un primo disco con una selezione accurata dei brani suonati quella notte: “Paco De Lucia En vivo Desde el Teatro Real”, album ancora oggi molto conosciuto, ascoltato e venduto.
Pur ricevendo un enorme consenso pubblico, il flamenco subisce in qualche modo tuttavia gli strascichi dei pregiudizi morali e razziali del passato.
Nessun flamenco si era mai svolto a livello di spettacolo protagonista tra le mura del Teatro Real, questo evento lasciò però l’amaro in bocca a tutti quei classisti di dubbio gusto ancorati all’idea che un’arte come quella del flamenco non meritasse di essere diffusa così senza ritegno, utilizzando inoltre strutture così importanti come il Teatro Real.
Alcuni critici e giornalisti legati alla “casta”, sostengono continuamente il fatto che un evento come quello del Teatro Real, avrebbe dovuto essere sottoposto a discussioni tematiche e commenti di natura sociologica e consumistica, rispetto ad evidenziarne solamente le qualità musicali.
Naturalmente il musicista in questione (Paco), all’epoca appena ventenne, non era di certo un novellino dal punto di vista artistico: aveva già partecipato professionalmente ad opere di importante prestigio internazionale in varie città del Mondo, passando tra gli applausi di Palchi di metropoli come New York, Parigi, Buenos Aires e in molte altre città europee, Barcellona inclusa.
Ottiene quindi davanti al pubblico di Madrid un successo mai visto prima per nessun altro musicista, di flamenco men che meno.
Ma ciò che realmente ottiene esibendosi al Teatro Real dinanzi ad un pubblico più sofisticato, è un trionfo senza mezze misure, soprattutto morale, perché il fatto che si trovasse finalmente lì a lavorare, rappresentava una sorta di rivincita.
Paco De Lucia afferma inoltre dopo essersi trovato a suonare al Real, che non fu propriamente lusingato di essersi esibito in quel luogo: l’evento aveva l’aria di un “favore” nei confronti del flamenco e della sua cultura, una sorta di generosità nei suoi confronti.
La realtà era ben differente, il teatro sarebbe rimasto indietro rispetto ad altri se non avesse aperto le sue porte alla musica ed ai musicisti del flamenco.