Derivazione del flamenco
Il flamenco, secondo alcuni storici, intenditori ed esperti, deriva dai differenti salmi ebraici, dalle grida sofferenti dei mori senza Patria tra sofferenza sociale, agonia e fame.
Sempre secondo i più grandi esperti, il flamenco, anche per quanto riguarda gli artisti e le relative loro vesti di scena indossate, deriva dal canto perseguitato che si sentiva all’interno delle vecchie sinagoghe.
In pratica dall’antichità ad oggi, per quanto riguarda la rappresentazione religiosa generale dei popoli, sia artisticamente che religiosamente, ebrei e mori sottolineano il dolore, mentre i cristiani sottolineano suoni e immagini.
Per questo la Giralda rappresenta un monumento architettonico storico al centro tra le culture, per questo è così fiamminga, poiché è un campanile ed una torre sia musulmana che cristiana, una vera e propria architettura di mezzo, così come il credo che rappresenta.
Così come queste opere che si sviluppano nella “terra e nel pensiero di mezzo”, ecco che anche il flamenco scala questa difficile salita artistica e si nasconde tra le restanti correnti, nel mezzo, tanto da non far capire esattamente da dove radicalmente provenga con la massima precisione.
La radice di questa danza e di questa musica sta crescendo verso l’alto, come una struttura che cerca la propria patria, ma che al contempo esprime la purezza dei disturbi universali.
Il flamenco si perde nella notte dei tempi, la notte dei perseguitati e del dolore più straziante ed acuto, quel dolore che risulta essere il più palpabile e visibile di tutti, anche ad occhio nudo.
Non è sicuro che il flamenco sia una voce lontana e oscura dei secoli, ma sicuramente oggi deve essere per tutti i popoli del Mondo qualcosa di più vicino e visibile.
Uno stile che risulta essere più libero che pragmatico, proviene dalla terra madre piuttosto che da ciò che gli uomini hanno poi creato con lo studio, esso riguarda più il corpo che le parole, più la parte interna che quella esterna.
Il flamenco si riproduce e si nutre della sua stessa materia, è considerato patrimonio immateriale dell’umanità, ma è oltremodo necessario determinare in che modo, questo patrimonio immateriale umano, venga poi percepito all’esterno delle sue terre d’origine, come venga poi mutato, contaminato e purtroppo in alcuni casi contraffatto, all’interno della cultura sociale e mentalità artistica occidentale.
Anche se il tema principale del flamenco risulta nella maggior parte dei casi essere il dolore (in ogni sua forma), è qualcosa che normalmente non si potrebbe né vedere, né toccare, ma nello stile artistico del flamenco, può essere percepito in maniera molto più fitta, può essere toccato e persino respirato.
Il dolore trafigge la carne e scava nella mente del pubblico, lo coinvolge a tal punto da renderlo un tutt’uno con i cantanti, i musicisti e i danzatori.